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Pubblicato: Lunedì, 22 Dicembre 2014 23:06
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Scritto da Super User
Il 29 Novembre 2014, è nato formalmente il comitato "No Voto No Tax".
E' il primo obiettivo raggiunto da un gruppo di cittadini, proprietari di seconda casa, che vogliono provare a cambiare una situazione di evidente e ingustificata differenza tra residenti e non residenti.
Lo scopo fondamentale del Comitato è dare voce a quei cittadini che, proprio perchè "non residenti", non hanno modo di esprimersi in tutte quelle situazioni in cui essi stessi sono pesantemente coinvolti, sia dal punto di vista fiscale (tasse da pagare) che come utenti (tariffe per servizi utilizzati), cioè "portatori di interesse" a pieno titolo.
Nulla a che fare quindi con la protesta fine a se stessa o, peggio, demagogicamente manovrata o semplicemente ed egoisticamente interessata a pagare meno tasse, ma un tentativo di portare alla luce ingiustizie, inefficenze ed abusi a cui non c'è modo di opporsi, perchè privi del diritto di voto a livello locale.
Alla fine, è il Bene Comune che ci sta a cuore, declinato nelle sue forme dell'equità e della giustizia.
Il Comitato inizia quindi il suo cammino ed ha già in cantiere alcune iniziative che si realizzeranno nelle prossime settimane e di cui vi terremo costantemente informati.
Nel frattempo si cercherà di trovare nuovi aderenti per il comitato, per favorire la partecipazione e per arricchirlo di esperienze e di competenze che saranno messe a servizio di tutti. Perciò, chi è interessato o chi pensa di poter dare un qualunque contributo, anche piccolissimo, può mettersi in contatto con noi (pagina "contatti") oppure aderire al Comitato compilando l'apposita scheda.
Buon lavoro a tutti i soci del Comitato !
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Pubblicato: Venerdì, 05 Dicembre 2014 00:39
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Scritto da Super User
No Taxation without Representation.
Con questo motto, più di due secoli fa, i coloni di Sua Maestà britannica che si erano stabiliti nel Nuovo Mondo (le coste americane) cominciarono una protesta fatta di boicottaggi e azioni dimostrative che portò, nel giro di pochi anni, alla guerra d'Indipendenza ed alla nascita degli Stati Uniti d'America.
Il motivo della protesta erano i dazi, le imposte ed i monopoli che il governo di Sua Maestà andava imponendo per rimpinguare le proprie finanze, dissanguate dalle guerre contro Francia e Spagna, sia in Europa che nel nuovo continente, e per contrastare il contrabbando che si andava diffondendo tra i coloni, stanchi di dover pagare tributi alla Madrepatria anche per merci prodotte da loro stessi, ma che dovevano forzatamente procurarsi solo attraverso trasportatori o industrie inglesi.
La classica goccia che fece traboccare il vaso fu la "tassa sul the", istituita nel 1773, che portò alle azioni di boicottaggio nel porto di Boston: alcuni coloni, travestiti da indiani, versarono in mare i carichi di the di alcune navi provenienti dalla Madrepatria.
La sostituzione dei Governatori delle colonie e l'invio di soldati dall'Inghilterra non bastarono per fermare la Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776, che portò, sette anni più tardi, al riconoscimento delle colonie da parte della monarchia britannica, come stati indipendenti.
Oggi come allora, quando c'è bisogno di raccogliere finanze fresche ed abbondanti, senza perdere il necessario consenso elettorale che garantise la rielezione, si colpiscono categorie di cittadini che non possono esprimere alcun tipo di giudizio su chi decide queste imposte.
Quindi, se da un lato il governo centrale cerca di attenuare o almeno di non aumentare la pressione fiscale sui cittadini (i famosi 80 Euro per i redditi più bassi), dall'altro sposta sui livelli amministrativi locali una parte della tassazione, concedendo la libertà alle Amministrazioni locali di abbattere la scure su categorie che non compromettono il loro consenso, applicando tariffe e tributi a livelli insostenibili, ma solo ai non residenti.
Ne sono prova le aliquote dell'IMU, della TASI, di altri servizi che comprendono l'acqua, i trasporti, i transiti in zone a traffico limitato, la tassa sui rifiuti eccetera, aliquote che spesso, per i non residenti, sono anche decine di volte superiori a quelle applicate ai residenti, dimostrando un accanimento quanto meno sospetto.
Questo blog nasce proprio da questa ingiustizia: vogliamo prima di tutto fare uncensimento delle situazioni più abnormi e persecutorie; vogliamo capire quali siano le vie migliori per rientrare nella normalità, con petizioni, raccolte di firme, fino ad arrivare anche ad una proposta di legge popolare, che consenta, a chi possiede degli immobili in un comune, senza averne la residenza, di votare per l'Amministrazione locale di quel Comune.
Aspettiamo perciò le segnalazioni dei lettori, l'adesione a questa campagna e l'impegno di molti che si trovano in questa situazione, per valutare e decidere assieme se e con quali strumenti vogliamo procedere.